Il Museo egizio di Berlino presenta per la prima volta in Germania una tesimonianza unica della scienza e dell’arte dell’antichità, il Papiro di Artemidoro. La mostra dal titolo “Anatomy of the World. Science and Art of the Papyrus of Artemidorus” sarà aperta al pubblico fino al 30 giugno 2008 presso il Agyptisches Museum und Papyrussammlung di Berlino.
Il papiro è di singolare importanza per diversi aspetti: Contiene un testo letterario sinora sconosciuto, una carta geografica nonché disegni di teste, mani e piedi umani e di animali esotici. Considerando la scrittura il papiro risale probabilmente al I secolo a.C.
Sono conservati diversi frammenti che appartenevano originariamente ad un rotolo di papiro largo 2,5 metri e alto 32,5 centimetri. Essi vennero rinvenuti assieme a diversi papiri documentari del I secolo d. C. nel villaggio di Antaiupolis nell’Alto Egitto. Se il rotolo sia anche stato scritto lì, non è tuttavia accertato. Considerando l’alta qualità dei disegni si potrebbe anche pensare ad Alessandria.
Il recto del rotolo era stato scritto dapprima con passaggi del testo del geografo greco Artemidoro, nato nel II secolo a. C. ad Efeso e che ebbe la sua massima fioritura all’inizio del I secolo a. C. Artemidoro divenne più tardi una personaltà famosa di Efeso, quando con un’ambasciata a Roma riottenne per la sua città natale le entrate dei diritti di pesca, per cui venne in seguito onorato con una statua d’oro.
Anche i suoi viaggi di ricerca sulle coste dei mari noti, gli procurarono grande notorietà. Secondo le affermazioni dei geografi, Artemidoro aveva compiuto viaggi in tutto il Mediterraneo ed era giunto persino all'”Okeanos”, al di là delle colonne d’Ercole, cioè nel’Oceano Atlantico che nell’antichità era ritenuto la fine del mondo.
L’opera principale di Artemidoro era nota nell’antichità con i nomi di “Geografia” e “Viaggi lungo le coste” ed era composta di undici libri nei quali egli descriveva tutto il mondo conosciuto, aggiungendo ai dati sulla localizzazione dei luoghi, informazioni di carattere storico ed etnografico.
Strabone, il più noto geografo dell’antichità, ha definito l’opera come “Corografia”. I geografi posteriori stimavano particolarmente l’attendibilità di Artemidoro, in merito alle distanze e misurazioni indicate.
Fino ad ora erano stati tramandati soltanto alcuni frammenti dell’opera di Artemidoro attraverso citazioni di autori più tardi, mentre nel nuovo papiro sono conservati due passaggi più lunghi, nelle colonne 1-3 la prefazione sul significato della geografia e i compiti del geografo, nelle colonne 4 e 5 l’inizio del secondo libro con la descrizione della Spagna.
Qui Artemidoro spiega dapprima i nomi del paese (Hispania e Iberia) e la divisione politica in province, illustra poi gli aspetti del suo paesaggio in generale e infine, in particolare, il percorso delle coste dai piedi dei Pirenei meridionali in senso orario passando per Emporion (oggi Empùries), Neo-Carthago (oggi Cartagena) e Gadeira (Cadice) fino al “grande porto”, l’attuale golfo di La Coruna; Artemidoro conta numerose località costiere e punti di riferimento a terra, che aveva potuto vedere nel suo periplo della Spagna e riporta le distanze relative in stadi.
Tra i due passaggi dei testi citati era stato lasciato libero un ampio spazio in cui più tardi fu inserita una carta geografica. Essa consiste in semplici linee ad indicare strade e canali: linee doppie, più larghe, per indicare il corso dei fiumi, e vignette per segnalare i luoghi abitati. Dei piccoli quadrati allineati a distanze regolari lungo i fiumi, e le strade, potrebbero indicare stazioni militari o di posta, si riconoscono persino alcuni alberi e i tratti di una montagna.
Poiché la carta non riporta i nomi delle località e dei fiumi, l’identificazione della regione rappresentata è ardua; si suppone tuttavia che la carta sia in rapporto con il testo geografico. In ogni caso si tratta della carta geografica originale più antica che ci sia pervenuta dall’ambito greco-romano.
Per un qualche motivo che non ci è noto, il disegno della carta non venne portato a termine. Il trattato geografico iniziato, rimase nel laboratorio in cui era stata disegnata la carta, ma venne – probabilmente in un secondo tempo – utilizzata per altri scopi. Le aree libere, accanto e tra le colonne scritte e la carta geografica, vennero usate per degli studi di disegno: teste umane, mani e piedi vi sono raffigurati artisticamente in diverse vedute, probabilmente riproduzioni di statue o ritratti ellenistici.
La testa in profilo a sinistra accanto alla prima colonna ricorda ad esempio le immagini di divinità.
Sul verso del rotolo sono disegnati in qualità eccezionale numerosi animali accompagnati da legende: giraffa, leone, tigre, leopardo, elefante, pesce sega e la volpoca, una varietà di anatra egiziana, nonché animali fantastici come il cane stellato, e la pantera-coccodrillo. Alcune delle bestie feroci sono rappresentate in combattimento; un mostro marino e un pesce spada sono aggrovigliati. Il complesso potrebbe essere un catalogo di modelli per la rappresentazione di mosaici.
L’intera storia del rotolo di papiro non è ancora del tutto chiarita, diverse e controverse sono le possibili interpretazioni. Un simposio, tenutosi il 13 marzo 2008, anticipando l’esposizione berlinese, ha visto la partecipazione di esperti di discipline diverse e la discussione del contesto storico-culturale a cui appartiene il papiro.
La discussione scientifica si basa sulla pubblicazione completa del papiro a cura dei papirologi Bärbel Kramer e Claudio Gallazzi.
Nota bibliografica
C. Gallazzi – B. Kramer, Artemidor im Zeichensaal. Eine Papyrusrolle mit Text, Landkarte und Skizzenbüchern aus späthellenistischer Zeit, Archiv für Papyrusforschung 44, 1998, 189-208.
C. Gallazzi – S. Settis (curatori), Le tre vite del Papiro di Artemidoro. Voci e sguardi dall’Egitto greco-romano, Milano 2006 (Catalogo della mostra tenutasi a Torino nel maggio 2006).
Immagini della mostra (cortesia del Agyptisches Museum und Papyrussammlung. Riproduzione vietata)
Kopfzeichnungen und Kol. I auf dem Rekto – © Foto: D. Bertani
Ausschnitt der Landkarte auf dem Rekto – © Foto: D. Bertani
Fabelwesen (“Myrmex”) auf dem Verso – © Foto: D. Bertani
Tierkampfszene auf dem Verso – © Foto: D. Bertani