Un’ara funeraria romana, del I secolo d.C., è stata ritrovata in eccezionale stato di conservazione nei pressi dell’antica via Emilia, a Modena, durante gli scavi in corso per la realizzazione di alcuni interrati, all’altezza del sottopasso della ferrovia Modena-Sassuolo.
Il tetto dell’ara è stato rinvenuto ad una profondità di poco più di un metro e mezzo dal piano di campagna mentre il basamento a gradoni su cui è collocata non è ancora stato messo in luce. Dall’iscrizione si evince che il monumento sia stato eretto, quand’era ancora in vita, da una liberta di origine greca, Vetilia Caia Egloge, che lo volle per sé, per il suo patrono Lucio Valerio Costante, decurione di Mutina, e per suo figlio, un liberto che ricopriva la carica di Apollinare e Augustale, una funzione sacerdotale legata alla celebrazione del potere imperiale documentata anche in altri monumenti modenesi.
L’epigrafe è incorniciata da un elegante motivo vegetale ed è coronata da due pulvini decorati; lungo i lati minori dell’ara, spiccano le decorazioni rituali di una patera (piatto) e di un urceus (brocca), simboli delle libagioni in onore dei defunti.
Per quanto notevole, comunque, questo ritrovamento è tutto fuorché una sorpresa. Le necropoli romane si distribuivano lungo le strade consolari e gli archeologi sanno che qualsiasi scavo nei pressi della via Emilia può intercettare delle sepolture, a maggior ragione in questa zona di Modena che già in passato aveva restituito altri importanti monumenti funerari.
Per questo il cantiere, posto in un’area sottoposta a vincolo di controllo archeologico preventivo nel PRG di Modena, è stato controllato fin dall’inizio dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e i lavori di scavo, sotto la direzione scientifica del Soprintendente Luigi Malnati e dell’archeologo Donato Labate, sono stati coordinati sul campo da Cristina Palazzini, della ditta Archeosistemi di Reggio Emilia.
Nel prossimi giorni si completerà lo scavo del monumento e delle relative sepolture mentre per la collocazione finale del monumento si valuteranno le possibili destinazioni. La proprietà dell’immobile ha già richiesto di poter esporre nell’area del rinvenimento una riproduzione dal vero dell’ara funeraria, come fu fatto per il monumento del centurione Clodio, ubicato a poca distanza.
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Fonte: Ufficio Stampa della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Fotografie del reperto e dell’area di scavo.
Il Momumento al momento del rinvenimento. Foto di Paolo Terzi
Cantiere 01. Foto di Paolo Terzi
Cantiere 02. Foto di Paolo Terzi
Ara Funeraria 01. Foto di Paolo Terzi
Ara Funeraria 02. Foto di Paolo Terzi