Si terrà sabato 19 maggio 2012 dalle ore 9.30 a Reggio Emilia, presso l’Aula Magna dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia in via Allegri 9, il convegno dal titolo Tutela archeologica e progresso. Un accordo possibile.
Scopo del convegno è mostrare come un’efficace tutela del bene archeologico possa convivere con il progresso della società e anzi costituire un valore aggiunto, nei più ampi termini di ricaduta sul piano culturale e sociale. Accanto alla riflessione su forme e modi della tutela, ci sarà spazio per gettare uno sguardo più ampio al ruolo dell’archeologia (e in particolare di quella cosiddetta preventiva e ai suoi strumenti) e in definitiva al mestiere dell’archeologo nella nostra società.
Da molto tempo gli archeologi direttamente impegnati sul campo si sono posti il problema di conciliare le esigenze di tutela di un patrimonio – e quello italiano è, come noto, tra i più rilevanti del mondo – con le esigenze operative delle attività che comportano lavori di scavo, da quelle edilizie a quelle estrattive, fino alle grandi opere infrastrutturali.
Il convegno si articola in quattro sessioni tematiche che mettono in relazione problematiche comuni ad ambiti differenti – archeologia ed edilizia – e fanno dialogare parti inevitabilmente in conflitto quali Enti pubblici preposti alla tutela e pianificazione del territorio, e imprese edili.
Nella prima sessione dedicata ad Archeologia e pianificazione, dirigenti degli Enti territoriali deputati alla pianificazione (Regione Emilia-Romagna, Provincia di Reggio Emilia e Comune di Reggio Emilia) esporranno il proprio punto di vista, mostrando le criticità riscontrate, suggerendo percorsi possibili e presentando esempi riusciti di pianificazione territoriale unita a un’efficace tutela archeologica.
Nella seconda sessione Archeologia e prevenzione, Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, introdurrà in termini generali il tema cardine, e non certo nuovo per la disciplina, dell’archeologia preventiva, che impegna da tempo gli archeologi su un piano teorico e metodologico, coinvolgendo su quello più strettamente operativo anche le imprese edili. L’argomento sarà ampliato offrendo esempi concreti di scavi archeologici preventivi a Reggio Emilia (con interventi di Mauro Cremaschi dell’Università di Milano e Tiziano Ghirelli, Direttore Museo Diocesano di Reggio Emilia) e a Modena, con intervento, tra gli altri, di Ilaria Pulini, Direttore Musei Civici della città.
La sessione Archeologia e lavoro consentirà agli archeologi di analizzare criticità e opportunità dell’archeologia professionale, avvalendosi delle testimonianze di Tsao T. Cevoli, dell’Associazione Nazionale Archeologia, di esponenti delle cooperative archeologiche, primo fra tutti Ivan Chiesi, Direttore tecnico AR/S Archeosistemi, e di rappresentanti delle imprese edili che operano nel settore, con il significativo intervento di Paolo Lusenti, Presidente TECTON, che illustrerà in particolare le opportunità che possono derivare da un sano rapporto fra edilizia e archeologia. Uno sguardo conclusivo sarà rivolto alla formazione universitaria, con l’intervento di Enrico Giorgi dell’Università degli Studi di Bologna.
L’ultima parte è riservata a una tavola rotonda con rappresentanti del settore pubblico e privato (tra cui Giovanni Bertolani, Presidente Regionale di Confedilizia, Walter Baricchi, Presidente Ordine degli Architetti, e Piero Antonio Gasparini, Presidente Ordine degli Ingegneri) che cercheranno di analizzare i vari punti di vista e proporre soluzioni fattive comuni.
A conclusione dei lavori Renata Curina e Marco Podini (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna) presenteranno le più importanti scoperte avvenute negli ultimi anni nel territorio di Reggio Emilia.
Per informazioni contattare la segreteria dell’evento (Biancalisa Corradini e Flavia Giberti) ai numeri 0521.233718 / 0521 282787.
Testi tratti dal comunicato stampa a cura di Carla Conti.