4 Giugno 2023

I paesaggi in archeologia: analisi e interpretazione

I paesaggi in archeologia: analisi e interpretazioneIl paesaggio può essere definito come il prodotto, in continua trasformazione, dell’interazione di fattori naturali ed antropici. Come possiamo leggerne la storia attraverso le tracce materiali giunte fino a noi? Come possiamo individuarne le componenti ambientali e culturali che ne determinano le caratteristiche peculiari? L’uomo organizza il territorio in aree di attività diverse, quali insediamenti, luoghi di culto, aree funerarie, aree produttive… Come ne possiamo leggere le mutue relazioni nel divenire diacronico? Partendo dal presupposto di una raccolta dati fatta con metodo e organicità il testo cerca di dare una risposta a queste domande e di fornire esempi di letture analitiche ed interpretative dei paesaggi antichi del Mediterraneo.

Il paesaggio può essere concepito come un insieme sinergico di caratteristiche fisiche e culturali che conferiscono carattere e varietà al territorio e danno forma ad un ambiente vissuto e percepito. Esso non è una scatola vuota in cui e su cui l’uomo agisce, ma le forme del paesaggio fisico e umano sono generate e sostenute da e attraverso il continuo dispiegarsi di relazioni e trasformazioni reciproche e integrate tra ambiente e uomo. Il paesaggio è pertanto inteso quale palinsesto, prodotto delle trasformazioni intercorse nel corso dei vari periodi storici in cui lo stesso è stato oggetto di vita naturale e antropica, quale entità dinamica, viva nel tempo ed in continua, più o meno rapida, trasformazione. Studiare il paesaggio nel lungo termine può dunque significare individuare elementi di continuità che attraversano ere e periodi, costanti che rimangono determinanti della topografia e della storia, mentre studiare il paesaggio nel medio e breve termine significa enucleare elementi variabili o di breve vita o legati ad eventi precisi. Il paesaggio diventa un vero e proprio contenitore di memoria, individuale e specialmente collettiva; ogni territorio reca traccia delle attività umane del passato e riproduce differenti memorie culturali.

Il testo si configura come una naturale, logica e aggiornata continuazione delle linee guida su questa disciplina proposte in un primo fondamentale manuale scritto da F.Cambi e N.Terrenato nel 1994 (Introduzione all’Archeologia dei Pesaggi – NIS), e si pone in relazione di complementarietà con il testo pubblicato da F. Cambi nella collana Carocci ‘Le Bussole’ (Archeologia dei Paesaggi: fonti e diagnostica), incentrato sull’illustrazione dei diversi tipi di fonti che contribuiscono alla ricostruzione dei paesaggi antichi. Dei dati prodotti da queste fonti si vogliono proporre, nel nuovo testo, possibili letture analitiche ed interpretative.

La continua e dinamica interazione operante nel paesaggio tra fattori ambientali e culturali è esplicitata nei diversi modi di analizzare ed interpretare in dimensione diacronica la sinergia delle due componenti, fisiche ed antropiche. Secondo quest’ottica, nel testo vengono illustrare le fasi di analisi ed interpretazione dei dati che contribuiscono alla ricostruzione dei paesaggi del passato, secondo gli approcci tipici dell’archeologia dei paesaggi. Attenzione specifica è data alla dimensione regionale degli studi sul paesaggio, che vede la regione quale focus di indagine per l’interpretazione di dinamiche insediative, di sfruttamento del territorio, e di scelte culturali nel paesaggio. I sistemi GIS (Geographical Information Systems) sono illustrati quale strumento efficace di gestione ed analisi integrate dei dati fisici ed antropici a componente spaziale operanti nel paesaggio. Nel testo sono presi in considerazione, inoltre, la componente percettiva del paesaggio ed aspetti di letture moderne dei paesaggi del passato, quale l’attribuzione di significati assegnati oggi a paesaggi del passato o aspetti di tutela e valorizzazione dei paesaggi storici e del loro carattere peculiare.

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About Emeri Farinetti

Emeri Farinetti, docente a contratto di archeologia dei paesaggi presso l'Università di RomaTre, è parte di gruppi di ricerca europei e coordina indagini territoriali sul campo in diverse regioni del Mediterraneo. Dottore di ricerca presso l'università di Leiden, è autrice del volume 'Boeotian Landscapes. A GIS based study' (Oxford 2011) e di diversi saggi sulle trasformazioni diacroniche di paesaggi antichi e sull'uso dei sistemi GIS (sistemi informativi geografici) per l'archeologia.