Con questo articolo spero di essere di aiuto a coloro che attualmente studiano Archeologia o pensano di intraprendere questo tipo di studi e che si pongono interrogativi sul proprio futuro professionale.
Sono indicazioni puramente generali, frutto dell’esperienza personale mia e di altri colleghi con cui ho avuto la possibilità di confrontarmi.
Una cosa da chiarire in partenza è che in Italia la ricerca e la tutela del patrimonio archeologico è di esclusiva competenza dello Stato. Dunque qualsiasi iniziativa, anche privata, può essere realizzata solo tramite ufficiale concessione / convenzione / delega / incarico / accordo / autorizzazione da parte dello Stato. In altre parole un Archeologo (o qualsiasi altro soggetto) non può agire autonomamente nell’intraprendere attività che comportino la ricerca ed il prelievo dal terreno di materiale archeologico.
Cerco di delineare gli esiti lavorativi di un laureato in Archeologia o altre discipline inerenti i Beni Culturali.
Settore privato
Libera professione/lavoro autonomo (da singoli)
Dopo il conseguimento della laurea o di ulteriori titoli universitari, l’Archeologo deve tentare i primi approcci lavorativi. Solitamente si invia il proprio curriculum vitae et studiorum agli enti che gestiscono direttamente scavi, ricognizioni e ricerche archeologiche, primi tra tutti Soprintendenze, Musei e Università, per proporsi come collaboratori/consulenti esterni. Le modalità di selezione per l’assegnazione dell’incarico non sono uniformi e variano tra l’inclusione in elenchi di professionisti accreditati, la selezione comparativa per curriculum, la chiamata diretta.
Ci sono anche altre possibilità: ad esempio nel settore pubblico, attività didattiche come esperto esterno nell’ambito di progetti scolastici, redazione di materiale divulgativo-illustrativo-turistico per gli enti di promozione turistica e musei locali.
La comunicazione del patrimonio culturale è infatti una delle prerogative di ogni archeologo, capace di trasmettere i contenuti su vari livelli: dalla condivisione prettamente scientifica alla divulgazione e alla didattica diretta a tutte le tipologie di fruitori.
Un altro interessante ambito professionale per un laureato in materie storico-archeologiche è quindi quello della Guida Turistica. L’esercizio di questa attività è normato da bandi e regolamenti emanati da enti locali (Regioni e Province) che indicono prove d’esame per il rilascio del “patentino”. In questo caso l’Archeologo potrà sicuramente sfruttare il proprio bagaglio culturale acquisito grazie alla formazione universitaria, accettando al contempo la sfida di aggiornarsi anche su ambiti diversi quali storia e storia dell’arte moderna e contemporanea, lingue straniere, legislazione turistica.
Imprenditoria (cooperative, società archeologiche, case editrici, imprese, studi associati, etc.)
Spesso le cooperative archeologiche o le società di ricerca hanno molti cantieri di scavo in affidamento o appalto da parte delle Soprintendenze, quindi il mercato del lavoro è molto dinamico.
Anche in questo caso si tratta di inviare il curriculum per dare disponibilità a lavorare come dipendente. Spesso però le condizioni contrattuali e retributive non sono delle migliori. Lo stesso vale per le imprese edili che vincono gli appalti pubblici e che hanno bisogno di Archeologi.
Anche la collaborazione con case editrici può essere una prospettiva interessante: si può operare per traduzioni di testi scientifici-archeologici, organizzazione di convegni ed eventi correlati all’archeologia, attività di redazione, grafica, divulgazione scientifica etc.
Altra prospettiva, attualmente poco praticata ma che presenta interessantissime potenzialità, potrebbe essere poi quella di operare presso studi professionali associati composti ad esempio da geologi, ingegneri, architetti, agronomi, naturalisti etc. che si occupino di pianificazione territoriale e che possono ricevere incarichi dalle pubbliche amministrazioni per la redazione di carte tematiche e studi mirati alla gestione e tutela del territorio.
Questo settore professionale, molto stimolante dal punto di vista scientifico ma anche da quello della incisività e utilità “sociale” della figura professionale dell’Archeologo, è però al momento limitato dalla circostanza che il tematismo archeologico non è incluso obbligatoriamente tra la documentazione utile alla redazione degli strumenti urbanistici.
Negli ultimi anni è però entrata in vigore la normativa sull’Archeologia Preventiva: argomento molto complesso, soggetto anche a recenti aggiornamenti da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che prevede la redazione della Valutazione di Impatto Archeologico (VIArch) da allegare obbligatoriamente alla progettazione di opere pubbliche. Per poter redigere e firmare una VIArch è necessario aver conseguito, oltre la Laurea quadriennale di vecchio ordinamento o quinquennale di nuovo ordinamento, anche il diploma di Specializzazione o un Dottorato. Le norme di Archeologia Preventiva prevedono anche interventi sul terreno (scavi, ricognizioni) nelle aree in cui è prevista la realizzazione di opere pubbliche.
Dopo una discreta esperienza maturata nel campo archeologico si può anche pensare di diventare imprenditori e di creare una società (o cooperativa etc.) specializzata in campo archeologico. Si tratterà di consorziarsi con altri colleghi archeologi e professionisti di altre discipline, per partecipare a bandi, appalti e incarichi da parte della pubblica amministrazione: non solo scavi, ma anche editoria, divulgazione, turismo culturale etc. Si potrebbe così diventare datori di lavoro
Settore pubblico
Università e carriera accademica: ricerca scientifica e didattica
Dopo la laurea quadriennale di vecchio ordinamento o la laurea specialistica del nuovo ordinamento è necessario conseguire un dottorato di ricerca che darà, in prospettiva, possibilità di accesso ad assegni di ricerca post-dottorato. Durante queste tappe di studio il ricercatore pubblicherà contributi scientifici (articoli e monografie) e svolgerà attività di ricerca e soprattutto di didattica che costituiranno titoli da valutare in sede di concorso per professore associato e, ancora in seguito, per professore ordinario.
Amministrazione dei Beni Culturali (Ministero, Soprintendenze): ricerca scientifica e tutela
Le Soprintendenze costituiscono gli organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (nelle Regioni a Statuto Speciale, come la Sicilia, l’istituzione competente, piuttosto che il Ministero, è l’Assessorato ai Beni Culturali). La funzione di questi uffici è quella di tutelare, innanzi tutto tramite strumenti legislativi, il patrimonio artistico (quindi anche quello archeologico) e quella di promuovere la ricerca e la fruizione.
A questo settore si accede per concorso pubblico.
Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.): ricerca scientifica
Il CNR è una istituzione pubblica finanziata dallo Stato. In ambito archeologico promuove, attraverso numerosi istituti in varie sedi italiane, progetti di ricerca e corsi di alta formazione (masters, workshops, etc) spesso in collaborazione con altri enti pubblici e privati, sia italiani che internazionali. I giovani laureati (a volte anche i laureandi) possono partecipare ai progetti, frequentare i corsi e/o usufruire di borse di studio partecipando ai bandi di selezione.
I ricercatori del CNR a tempo indeterminato sono assunti per concorso pubblico.
Durante tutto il percorso formativo e il successivo percorso professionale un valido sostegno è fornito dalle varie associazioni di categoria degli Archeologi, che promuovono e tutelano la figura professionale, organizzano dibattiti su temi scientifici e deontologici e offrono la possibilità di partecipare a corsi di aggiornamento su tematiche spesso non contemplate dai piani di studio universitari, quali sicurezza sul lavoro, questioni contrattuali e fiscali.
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