E’ stato pubblicato sull’ultimo numero dell’Oxford Journal of Archaeology (volume 31, issue 4, pp 381-389) un articolo a firma di Luisa Ferro e Giulio Magli, del Politecnico di Milano, dal titolo “The astronomical orientation of the urban plan of Alexandria“. Gli autori illustrano nell’articolo la possibilità che la scelta del sito per la fondazione della città di Alessandria d’Egitto e la topografia stessa siano state operate per motivazioni non politico-strategiche, come si riteneva, ma secondo finalità rituali e simboliche, per celebrare e divinizzare la figura di Alessandro.
L’esame della topografia della città odierna, che consente l’identificazione degli elementi essenziali del sistema urbano originale, secondo gli autori porterebbe all’individuazione di un allineamento astronomico in corrispondenza dell’esatto giorno della nascita di Alessandro Magno. Alessandria d’Egitto sarebbe quindi il prototipo di una serie di città ellenistiche successive e di numerosi siti romani che vedrebbero nella ritualità e nel simbolismo il motivo della scelta del luogo per la loro fondazione.
Gli astronomi al servizio di Alessandro misurarono la posizione del sole il giorno della sua nascita e orientarono su di essa l’asse principale della città – spiega il prof. Magli – il fenomeno è visibile ancora oggi. Inoltre, lungo lo stesso allineamento sorgeva la “stella dei re”, Regolo, della costellazione del Leone. Quest’ultimo allineamento oggi però non ha più luogo a causa della modifica dell’asse terrestre.
La scoperta, che secondo gli autori potrebbe portare ad indizi importanti per l’individuazione del sito della tomba di Alessandro, si inquadra all’interno dell’ambito dell’archeoastronomia, disciplina che vede nel Politecnico di Milano uno dei principali luoghi di ricerca in Italia.
Abbiamo rivolto, in proposito, alcune domande al prof. Magli.
AIBlog – La teoria va considerata nel contesto dell’archeoastronomia, una scienza a tutti gli effetti, quindi si muove all’interno di un percorso che comincia a delinearsi, sia negli obiettivi che nelle risposte da ricercare. Ci potrebbe raccontare però come nasce questa specifica “intuizione” legata ad Alessandria d’Egitto? Nasce casualmente all’interno di altre ricerche, o vi siete posti proprio questo interrogativo muovendovi di conseguenza?
Magli – La presenza di riferimenti astronomici nel progetto delle città romane è da anni oggetto di ricerca per me. L’idea era di estendere il progetto all’analisi delle città greche, e da questo punto di vista Alessandria è un punto di svolta fondamentale. A sua volta Alessandria era da anni oggetto di studio dal punto di vista architettonico e urbanistico da parte del gruppo di Luisa Ferro e Angelo Torricelli del Politecnico di Milano.
AI Blog – Come si è modificata nel corso della storia la percezione del tempo e dei cicli naturali nei riti di fondazione? Quali sono sostanzialmente le differenze che voi avete riscontrato nelle vostre ricerche tra, ad esempio, la fondazione di un sito rituale dell’Antico Regno egizio, rispetto ad una città etrusca o il caso di Alessandria d’Egitto? Le esigenze sono le stesse?
Magli – Il rito di fondazione nell’antico Egitto aveva una componente astronomica fondamentale (chiamata “stretching of the cord”) fin dall’Antico Regno, ma riguardava templi e piramidi. L’unico esempio di città fondata ritualmente che conosciamo in Egitto è Akhetaten, la capitale del periodo amarniano.
AI Blog – Qual è oggi in Italia il rapporto tra archeologia e archeoastronomia e soprattutto tra archeologi e altri specialisti, formatisi in altre discipline, coinvolti nelle ricerche di archeoastronomia? Quali sviluppi per il futuro in Italia? Come vi state muovendo voi come Politecnico di Milano?
Magli – L’archeoastronomia è da sempre assillata da sedicenti archeoastronomi che hanno poco o nulla a che vedere con i metodi scientifici, e questo complica il rapporto con l’archeologia che, assillata a sua volta da cacciatori di misteri, guarda talvolta l’archeoastronomia con sospetto. Tuttavia oggi l’archeoastronomia è insegnata in molte università del mondo ed è ritenuta fondamentale, ad esempio, negli scavi archeologici in Mesoamerica. In Italia è insegnata (modestamente dal sottoscritto) solo al Politecnico di Milano, dove il corso (per gli studenti della scuola di architettura civile) riscuote ogni anno grande interesse. Collaborazioni sono in corso con l’Università di Milano per lo studio dei santuari etruschi, e vari altri colleghi (per citare alcuni, Elio Antonello di Brera, Manuela Incerti di Ferrara, Vito Polcaro di Roma) hanno interazioni importanti con il mondo dell’archeologia in Italia.
AI Blog – Pensate che possano esserci casi che meritino l’attenzione dell’archeoastronomia anche in un contesto preistorico o protostorico italiano?
Magli – Ovviamente sì. Basta pensare alle migliaia di nuraghi che attendono di essere analizzati …