Il volume presenta la prima edizione del Booke of Fortefyinge, manoscritto recentemente ritrovato presso gli Archivi di Petworth House nel Sussex. Si tratta della traduzione inglese del 1573, a cura di Thomas Blundeville, dell’originale perduto di un’opera sulle fortificazioni di Jacopo Aconcio (Ossana,Trento, 1520? – Londra 1567) e dunque sua unica testimonianza. La presente edizione critica, frutto del lavoro d’équipe di diversi specialisti, contiene la trascrizione del manoscritto inglese a fronte della traduzione italiana. Il testo è accompagnato da ventisei immagini che lo corredano e da tre saggi che lo commentano dal punto di vista storico, filosofico, e della storia delle fortificazioni. L’opera aggiunge un tassello importante alla figura di Aconcio, intellettuale italiano dall’esperienza cosmopolita, noto soprattutto per una celebre opera sulla tolleranza religiosa, gli Stratagemata Satanae del 1565 e per il De methodo del 1558. Personaggio tipicamente rinascimentale, Aconcio intreccia con naturalezza la riflessione filosofica e religiosa con la progettazione ingegneristica. Notevole testimonianza della tecnica italiana dell’epoca, l’opera è un’interessante applicazione del metodo aconciano e dell’idea che va fermato chiunque voglia imporre ad altri una verità assoluta.
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Il commento di AI Libri
Questo prezioso lavoro di recupero di un’opera originale di Jacopo Aconcio, intellettuale celebre nel Cinquecento, ma pressoché sconosciuto all’attualità è un’occasione importante per gettare luce sulla sua complessa figura e affascinante poliedricità culturale.
Di Aconcio si ricordano principalmente gli Stratagemata Satanae, un attacco al fanatismo religioso e allo spirito fazioso, un classico della tolleranza religiosa, mentre quest’opera, della quale esistevano tracce nella letteratura coeva e come citazione in epoche successive, mostra un interessante nuovo punto di vista sulla sua figura cosmopolita di intellettuale. Purtroppo non ci è giunta la versione originale italiana e neppure quella in latino, ma “soltanto” una versione in lingua inglese del testo – Aconcio si trovava infatti in Inghilterra proprio grazie alla sua fama di “ingegnere” esperto in fortificazioni. Nel testo si denota l’applicazione del “metodo” aconciano (Aconcio è noto anche per il suo De Methodo pubblicato nel 1558), e un motivo di interesse, che anche in questo breve lavoro si riscontra, è il sottile filo di congiunzione tra passato e “futuro”: mentre infatti non appare evidente in Aconcio quel passaggio all’empirisimo e al “metodo” della rivoluzione “scientifica” del secolo successivo – sono evidenti i contatti con il pensiero e la tradizione aristotelica – tuttavia è moderno il suo tentativo di “fornire metodo e sistema a un sapere pratico”. Segnalo questo volume non solo perché mette a disposizione degli studiosi un’edizione critica del manoscritto (trascrizione inglese e traduzione in italiano a cura di Omar Khalaf), ma anche perché solletica la curiosità di chi intende approfondire la complessità di un’epoca storica così determinante nello sviluppo della società moderna. Molto interessante e fondamentale per chi intende in seguito approfondire è l’introduzione di Paola Giacomoni (curatrice del volume) e interessanti sono anche i due saggi che bene contestualizzano autore e ambiente storico-culturale.
La scheda bibliografica
Jacopo Aconcio, Trattato sulle fortificazioni. Firenze 2011, Olschki. PpVI-214, In8, brossura editoriale, 34 illustrazioni bn ft. Collana Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Studi e Testi [48]
ISBN – 9788822260680
Indice del volume
P.Giacomoni, Introduzione. Jacopo Aconcio. Fortezze contro il fanatismo [1-22]
R.Giacomelli, La riflessione metodologica di Jacopo Aconcio nel trattato sulle fortificazioni [23-42]
G.M.Fara, Il booke of fortefyinge e l’architettura militare al tempo di Aconcio [43-64]
Nota al testo [65-76]
Jacopo Aconcio. The book of fortefyinge, edizione e traduzione di Omar Khalaf [75-178]
Illustrazioni [179-206]
Glossario
Indice dei nomi