Titulus Marcelli: la riscoperta di una delle più antiche chiese titolari di Roma. Al termine di dieci anni di ricerche, condotte dalla Cattedra di Archeologia Cristiana dell’Università “La Sapienza” di Roma, vengono per la prima volta pubblicati i risultati della lunga campagna di scavo che ha interessato il titulus Marcelli sulla via Lata.
Lo studio di questa chiesa, finora quasi del tutto sconosciuta dal punto di vista archeologico, si caratterizza per l’ampiezza della ricerca storico-documentaria, basata sulla raccolta sistematica della documentazione d’archivio, comprese le carte dell’Archivio del Convento di San Marcello, e per il vaglio critico che di questa documentazione è stato fatto, alla luce dei dati archeologici acquisiti attraverso lo scavo stratigrafico.
(Presentazione editoriale)
Reperibilità
Il libro è disponibile in commercio ? sì – 45 euro
La scheda bibliografica
Episcopo Silvana, Il titulus Marcelli sulla via Lata. Nuovi studi e ricerche archeologiche (1990-2000). Roma 2003, Palombi Editori. Pp302, In4, brossura editoriale, 171 illustrazioni bn nt. e tavole più volte ripiegate ft. in tasca apposita. Collana TardoAntico e MedioEvo. Studi e strumenti di archeologia [6]
ISBN – 9788876212284
Presentazione
(di Letizia Pani Ermini) – ATTENZIONE – Riproduzione vietata
Accolto a pieno titolo nel progetto editoriale della collana “TardoAntico e MedioEvo. Studi e strumenti di archeologia”, il volume di Silvana Episcopo su Il titulus Marcelli sulla via Lata rappresenta senza dubbio uno dei pochi esempi di studio integrale sui più antichi edifici di culto in ambito romano. La ricerca si inserisce nel programma di indagine sulle istituzioni titolari romane da lunghi anni portato avanti dalla cattedra di Archeologia Cristiana dell’Università “La Sapienza” di Roma sotto la direzione di Margherita Cecchelli, erede del magistrale insegnamento di Pasquale Testini, alla cui scuola anche Silvana Episcopo si è formata.
L’occasione di rivolgere l’attenzione al titulus Marcelli, in verità una delle chiese titolari quasi del tutto sconosciuta sul piano archeologico, è venuta dalla “scoperta fortuita di alcuni resti monumentali verificatasi durante i lavori di consolidamento e di restauro effettuati dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Roma”. Riconosciuti i resti come pertinenti alla primitiva basilica, la cattedra di Archeologia Cristiana veniva chiamata ad assumersi l’incarico delle indagini archeologiche e dello studio complessivo del monumento, affidato sul campo all’autrice che dopo dieci anni di ricerche, protrattesi a lungo poiché connesse con il cantiere di restauro, offre oggi al mondo scientifico la relazione generale dei risultati acquisiti.
Va detto subito che il volume se da un lato, come vedremo, presenta una puntuale edizione dei dati archeologici, recuperati attraverso lo scavo stratigrafico, dall’altra si qualifica come uno studio esemplare per l’ampiezza della ricerca storica e per la profondità analitica con cui l’autrice utilizza nella sua ricostruzione a tutto campo la documentazione testuale.
È sufficiente, ad esempio, seguire l’esegesi della passio Marcelli, per la prima volta letta sul piano filologico con assoluta padronanza del testo agiografico, ma soprattutto con la capacità di cogliere le coordinate topografiche in essa presenti, al fine di ubicare nel tempo e nello spazio la formazione della base letteraria alla diffusione del culto. Coordinate intelligentemente utilizzate anche nella ricostruzione storica e topografica dell’area in cui venne ad inserirsi l’istituzione titolare. È questa una parte del volume che documenta la profonda conoscenza degli strumenti ermeneutici e del più ampio dibattito storiografico sull’assetto urbanistico non solo della Roma tardoantica, ma anche di quella medievale acquisita dall’autrice in una lunga esperienza di studi e di insegnamento. La raccolta sistematica della documentazione d’archivio, operata nel suo insieme per la prima volta, giunge a comprendere anche le carte dell’Archivio del Convento di S. Marcello dal medioevo all’ottocento, che consentono naturalmente di disegnare uno spaccato della Roma rinascimentale e moderna, ma che nel testo sono giustamente
utilizzate solo nei limiti del loro apporto ai temi affrontati di volta in volta, sia nella trattazione dell’assetto topografico che in quella più specifica della ricostruzione per fasi dell’edificio cultuale, senza peraltro soggiacere alla lusinga della prima edizione in una mera elencazione di documenti.
Senza dubbio elemento qualificante dell’opera è la capacità di portare ad interagire fra loro fonti testuali e fonti archeologiche, sempre rilette alla luce delle nuove acquisizioni, giungendo, per rimanere ancora nella parte dedicata al quadro topografico d’insieme, a suggerire proposte interpretative nuove, aperte ad ulteriori ricerche. Possono infatti in questo senso assumere valore di contributi autonomi e originali gli studi esemplari sulle due cappelle altomedievali, l’una dedicata a Degna e Merita, l’altra ai santi Cosma e Damiano. che pongono interessanti quesiti sull’organizzazione ecclesiastica della septima regio, nonché la trattazione delle chiese di S.Maria in Cannella e di S.Biagio de Curtibus, edificio cultuale del tutto sconosciuto, ambedue comprese tra le filiali di S.Marcello anch’esse organicamente ricostruite anche nel loro rapporto topografico con le aree dl competenza delle vicine parrocchie. La parte più strettamente archeologica riguarda naturalmente l’edizione dei risultati dello scavo, ragione prima, come si è detto del volume che ho il piacere di presentare. Questa si apre con la puntuale relazione sulle indagini archeologiche effettuate, sulle problematiche modalità di intervento che, come in ogni scavo urbano è stato fortemente condizionato dall’edificio esistente entro il cui perimetro si è dovuto operare e sull’articolazione della ricerca in stretta collaborazione con le due Soprintendenze competenti.
La scoperta dell’abside, del muro perimetrale sinistro e di resti del pavimento ha consentito di ricostruire per la prima volta la planimetria dell’aula titolare paleocristiana che era venuta ad occupare, come di consueto in tali istituzioni. un complesso edilizio precedente, testimoniato proprio dalla struttura absidale riutilizzata poi nell’edificio cultuale. Sulla base di un’accurata edizione della sequenza stratigrafica, organizzata in attività e affidata ad Alessandra Milella, dell’analisi delle tecniche costruttive delle murature dell’area indagata eseguita da Anna Di Liello, nonché dello studio di tutti i reperti restituiti dallo scavo divisi naturalmente per tipologia di produzione (reperti numismatici, lapidei, ceramici, nonché laterizi, vetri, metalli, stucchi, suppellettile in terracotta, medaglie devozionali), studio portato avanti dall’equipe di allievi e di collaboratori della cattedra romana, l’autrice giunge ad una puntuale restituzione della prima basilica, basata sull’analisi contestuale dei dati archeologici acquisiti e suffragata da un ampio panorama delle soluzioni architettoniche e delle caratteristiche costruttive delle maestranze operanti nella tarda antichità sia in ambito civile che religioso. Viene così stabilito definitivamente l’orientamento originario e il rapporto dell’aula con l’ambiente del battistero, unico ad essere già noto dal 1912. Dell’edificio sono poi in successione riconosciute le diverse fasi di restauro, di integrazione e di ricostruzione a partire da quella medievale con l’aggiunta prima dell’absidiola destra ritrovata e più tardi con l’inserimento del transetto che di fatto venne ad obliterare la parte terminale della basilica, ai lavori dei cantieri quattrocenteschi nel clima di rinnovamento che caratterizza il c.d. Rinascimento romano, sino alla completa ricostruzione della chiesa, dopo l’incendio del 1519, con la facciata prospiciente l’attuale via del Corso e pertanto con una rotazione di 180° dell’orientamento originale. In un arco cronologico di più di mille anni ogni dato recuperato è puntualmente studiato e inquadrato nel contesto di appartenenza, offrendo in tal modo l’edizione di documenti archeologici di interesse ben più ampio di quello strettamente legato al monumento in oggetto. Mi riferisco, ad esempio, all’edizione dell’epigrafe funeraria di Antonia Foresta, dipinta nella parete longitudinale sud: un testo in versi di “gusto chiaramente umanista” che l’autrice a ragione colloca nel secolo XV, nella fase rinascimentale della chiesa cui già si è accennato.
Un saggio a parte, affidato alla competenza di Francesco Gandolfo, offre l’edizione degli affreschi che decoravano l’absidiola destra: si tratta di pochi resti, salvatisi dalla demolizione dell’abside avvenuta, come si è detto, al momento dell’inserimento del transetto medievale, che comunque consentono all’autore di collegarli all’attività di pittori e musivari operanti a Roma e nel Lazio nella prima metà del secolo XII ed in particolare negli anni intorno al 1140. Preziosa indicazione che testimonia la cura continua verso la chiesa con attività diverse anche a distanza ravvicinata.
Un volume dunque ricchissimo sul piano informativo ed esemplare nell’organizzazione strutturale delle sue diverse parti; un volume in cui al contenuto rigoroso sul piano metodologico si accompagna un’esposizione chiara e scorrevole di facile e piacevole lettura.
Indice volume
Presentazione
Parte I. Il titulus Marcelli sulla via Lata fra tarda antichità e medioevo [7-140]
Il complesso monumentale e le fonti
La basilica nel tessuto urbano e nell’organizzazione ecclesiastica
Le indagini archeologiche (1990-2000)
La decorazione pittorica dell’abside destra [141-150]
Parte II. Lo scavo [151-266]
A.Milella, La sequenza stratigrafica
A.DiLiello, Le murature
R.M.Nicolai, Reperti numismatici
Reperti ceramici – laterizi – vetri – metalli
Reperti lapidei – stucchi – suppellettile in terracotta – medaglie devozionali
E.Marino, Intonaci dipinti
Un’iscrizione funeraria dipinta del XV secolo di S.Episcopo
E.Maini, Reperti faunistici
Analisi antropologica della serie scheletrica
Appendice
F.Tommasi, Tegole in opera nel tetto della chiesa
R.Pugliese, Gli scarti di fornace della US 122
Bibliografia
Tavole fuori testo