Una ricerca internazionale, alla quale ha partecipato l’Università La Sapienza di Roma, pubblicata sulla rivista statunitense “Proceedings of the National Academy of Sciences” (Pnas), sembra confermare l’ipotesi asiatica della colonizzazione europea dell’Homo sapiens, a discapito di quella africana.
Lo studio ha preso in esame una vasta campionatura di denti (3000) appartenuti ad ominidi delle specie Austrolopithecus (afarensis e africanus) e Homo (habilis, erectus , antecessor, neanderthalensis, sapiens), ed i risultati delle analisi sembrano confermare il ruolo cruciale dell’Eurasia nella colonizzazione del continente europeo, emergerebbe infatti, che a colonizzare l’Europa durante il Pleistocene, quindi nel periodo compreso tra 1,8 milioni e 11000 anni fa, sarebbero state in prevalenza ondate di popolazioni asiatiche e non africane, come pensato finora.
L’ipotesi era già emersa in seguito al rinvenimento a Ceprano, nel Lazio, di un cranio di 800 mila anni fa. Dal punto di vista morfologico il reperto, il più antico mai trovato in Italia, rappresenta l’anello di congiunzione tra le forme del periodo di origine del genere Homo (due milioni e mezzo di anni fa) e quelle della comparsa della nostra specie (200 mila anni fa circa).
La nuova ricerca apre nuovi scenari su ciò che avvenne nelle fasi intermedie: la colonizzazione dell’Europa sarebbe stato il frutto non di progressive ondate africane ma di un complicato mix di immigrazioni ed emigrazioni dall’Africa, dall’Asia e dall’Europa. Lo studio proverebbe inoltre che la speciazione nell’ambito del genere Homo si sarebbe manifestata anche in Asia e non solo in Africa. Ciò potrebbe voler dire che la nascita dell’Homo sapiens potrebbe essere il frutto di questo mix, con ominidi che dall’Asia o dall’Europa sarebbero ritornati in Africa dove avrebbero raggiunto il culmine del processo evolutivo dando vita alla specie umana.