Nel 2007 Silvestro Bini delle Edizioni ET, piccola ma significativa casa editrice milanese, dà alle stampe un piccolo gioiello editoriale, sia per le veste grafica curata e gradevole e sia per il contenuto.
Max David, morto nel 1980, fu scrittore e giornalista, principalmente giornalista di guerra, oltre che cronista. Questo libro raccoglie il dattiloscritto incompleto sul quale David lavorò negli ultimi anni della sua vita. Max David già nel 1965 scrisse per il Corriere della Sera (gli articoli sono riportate in appendice al testo) un’inchiesta sulla figura controversa di Thomas Edward Lawrence, meglio conosciuto come Lawrence d’Arabia, sull’onda dell’evento mediatico scaturita dal noto lungometraggio di David Lean. Questo lavoro, che cominciò nella metà degli anni settanta, intendeva non solo mettere assieme gli appunti che sul campo David raccolse durante le sue ricerche, bensì probabilmente avventurarsi in un intenso “dialogo indiretto con l’uomo del deserto” come ci suggerisce nella premessa Lucio Lami.
Il David giornalista e scrittore, che si plasma a cavallo di terribili eventi storici, ombre e luci e forti contrasti, suggerisce quindi un contatto e forse, nelle sue stesse intenzioni, costruisce un ponte che lega realtà distinte, per mostrarci non tanto il soldato, la spia, lo stratega o il manipolatore Lawrence (i fatti sono ormai distanti), ma l’umanità nella sua complessità e nelle contraddizioni che eventi così estremi permettavano e permettono di sfumare. In questo piccolo volumetto si intrecciano così la narrazione del giornalista (esiste ancora oggi questo giornalismo?), l’incontro con la storia tramite i suoi protagonisti e i luoghi e l’anima dello scrittore.
Alla fine del viaggio rimane una domanda. A distanza di tempo, sono i protagonisti di questa storia a seminare nelle nuove generazioni, o essi subiscono, prima in vita, e poi dopo la morte, la caratterizzazione e le scelte di un copione già scritto?
Con il consenso degli autori e dell’editore pubblico il breve capitolo riservato alla biografia di Max David (la riproduzione è riservata).
Max David. Nota biografica
Max David era nato a Cesena il 25 dicembre 1908. Massimo era il suo vero nome e la sua era un’antica famiglia ravennate. Era cresciuto nella Romagna felliniana di Amarcord e, quando ancora portava i pantaloni corti, piuttosto che andare a scuola, la preferiva marinare rifugiandosi nelle antiche mura della Biblioteca Classense (quella di Manara Valgimigli). Si era appassionato alla lettura delle imprese dei grandi esploratori geografici dell’Ottocento e presto trovò il modo di cominciare i suoi viaggi sul mare. Ebbe l’occasione di partecipare ad una spedizione diretta in Africa per conto dell’Istituto Sieroterapico Italiano incaricata del reperimento di veleno di serpenti.
Quando scoppiò la guerra di Etiopia era sul posto e, richiesto da un giornale, cominciò ad inviare le sue corrispondenze in Italia.
Da quel momento sarebbe stato chiamato a raccontare guerre in qualunque parte del mondo divampassero. Seguì la Guerra Civile Spagnola e, su vari fronti, la Seconda Guerra Mondiale. Tra i tanti paesi che visitò, fu anche in Etiopia, Biafra, Corea, Kenya, Tanganika, Russia, Katanga, Iran, Formosa, Pakistan, India, Yemen, Stati Uniti, dove seguì anche l’impresa dello sbarco sulla Luna degli astronauti dell’Apollo 11.
Fu inviato speciale del Corriere della Sera per vari decenni, ma fu anche romanziere e narratore pubblicando vari libri, tra i quali “Gli Italiani a cavallo”, “Gli Inglesi in spiccioli”, “Il romanzo del Passatore”, “Giornalaccio romagnolo”, “La sposina americana”, “Buana Muandi” (uscito prima col titolo “Bufalo Matto”) e soprattutto “Volapié” con il quale vinse il Premio Bagutta. La sua prima opera era stata però una storia delle esplorazioni geografiche per terra e per mare scritta in collaborazione con Giovanni Vitali.
Nel 1965 fu protagonista di un’inchiesta su Lawrence d’Arabia che gli era stata commissionata dal Corriere della Sera dopo l’uscita del film dedicato all’eroe del deserto. Dieci anni dopo volle riprendere quei suoi lavori per dare alle stampe un libro su questo difficile argomento. Questa impresa non gli riuscì.
Morì il 22 marzo 1980 a Milano.
Aggiungo una breve nota sui curatori, Massimiliano David, archeologo, e Nadia Cicognini. Di Massimiliano David mi preme evidenziare qui il breve contributo in postfazione al volume, dal titolo – Per un'”archeologia” di Lawrence d’Arabia – che introduce l’interessante connubio di Lawrence con l'”archeologia”, che proprio in quegli anni getterà le basi dell’archeologia moderna. Il colpo di coda di quell'”archeologia” romantica sarà ben viva in Lawrence, come narrazione in movimento di un’epoca di grandi scoperte e riscoperte di un passato dimenticato. A questo assaggio, l’autore farà seguire un approfondimento e sviluppo.
A Nadia Cicognini si deve l’importante lavoro di trascrizione e rilettura del dattiloscritto di Max David, oltre alla preparazione degli apparati a corredo della presente opera.
Riporto infine una breve nota biografica dei curatori
Massimiliano David – Si è laureato e specializzato in Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana nell’Università degli Studi di Milano. I suoi interessi si sono appuntati sull’archeologia del paesaggio e sull’archeologia come fattore decisivo per lo studio della storia urbana e per l’analisi urbanistica e architettonica; inoltre ha rivolto la sua attenzione a problemi metodologici come il reimpiego nell’edilizia storica e ancora più recentemente a temi di storia dell’archeologia (anche subacquea) e della tecnica di scavo. Ha preso parte a numerose campagne di scavo in Italia e all’estero. E’ autore di circa 250 pubblicazioni di archeologia, tra le quali il Corpus dei pavimenti antichi di Milano e l’edizione critica della “Cronica extravagans de antiquitatibus civitatis Mediolani”, un’opera a carattere antiquario della prima metà del Trecento (in corso di stampa). Dall’anno accademico 2003/2004 è docente incardinato nell’Alma Mater Studiorum di Bologna (settore disciplinare L/ANT/08 – Archeologia cristiana e medievale). Attualmente è professore incaricato di Archeologia della Tarda Antichità, Archeologia Cristiana e Archeologia della Città Tardoantica presso il Dipartimento di Archeologia della stessa università (sede staccata di Ravenna). Dal 2007 dirige, in stretta collaborazione con il dott. Angelo Pellegrino della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, il Progetto Ostia Marina.
Nadia Cicognini – Russista, traduttrice. Si occupa da molti anni di letteratura russa, e in particolare di poesia russa del ’900, e ha tradotto numerosi testi di autori classici e contemporanei per le maggiori case editrici italiane, da I fratelli Karamazov di Dostoevskij ai Racconti di Bulgakov, alla raccolta di liriche Mia sorella la vita di Pasternak. Collabora con periodici russi e italiani specializzati su temi di politica, società e cultura dell’Est europeo. Cura inoltre l’Archivio David.
Il libro è disponibile per l’acquisto su AI eshop (con sconto del 15%) al seguente link – Sulle orme di Lawrence d’Arabia. Corrispondenze dal deserto di Max David